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dai GIORNALI di OGGI

Il senatore del Massachusetts, 77 anni, era da tempo malato di tumore

Dopo l'assassinio dei fratelli aveva preso in mano le redini della famiglia

Addio a Edward Kennedy

patriarca della politica Usa

Addio a Edward Kennedy patriarca della politica Usa

2009-08-26

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CORRIERE della SERA

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2009-08-26

fratello di john e bob fu portabandiera della battaglia per i diritti civili

Usa: è morto Ted Kennedy

Il senatore democratico, malato da tempo di un tumore al cervello, è deceduto all'età di 77 anni

Ted Kennedy (Reuters)

Ted Kennedy (Reuters)

NEW YORK (USA) - E' morto a 77 anni seguito di una lunga malattia il senatore democratico americano Edward Kennedy (meglio noto come Ted) fratello dell'ex presidente degli Stati Uniti John Kennedy e del candidato alla presidenza Bob entrambi morti assassinati. "Abbiamo perso il centro insostituibile della nostra famiglia e della luce gioiosa della nostra vita, ma l'ispirazione della sua fede, ottimismo e perseveranza vivrà nei nostri cuori per sempre", si legge in un comunicato della famiglia citato dalla Cnn. "Ringraziamo tutti coloro che gli hanno dato assistenza nell'ultimo anno, e tutti quelli che lo hanno accompagnato nella sua incessante marcia per il progresso verso la giustizia".

OBAMA - "Ho il cuore spezzato" ha commentato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. "Il nostro Paese - ha detto Obama in un comunicato diffuso da Martha's Vineyard, feudo proprio del clan Kennedy - ha perso un grande leader, che ha preso il testimone dei suoi fratelli caduti ed è diventato il più grande senatore degli Stati Uniti dei nostri tempi".

MALATO DA TEMPO - Ted Kennedy era malato da tempo di un tumore al cervello. Da giorni si rincorrevano voci circa un drastico peggioramento delle sue condizioni, alimentate anche dalla sua assenza al funerale della sorella Eunice Shriver Kennedy, due settimane fa. Kennedy aveva inoltre scritto una disperata lettera ai vertici del suo Stato, il Massachusetts, chiedendo di essere sostituito nel suo ruolo di senatore a Washington il prima possibile, senza aspettare l’elezione suppletiva necessaria per legge. Il senatore, infaticabile sostenitore di Barack Obama, temeva infatti che la sua assenza nuocesse al partito al momento di votare la tanto discussa riforma sanitaria.

CHI ERA - Nato a Boston il 22 febbraio 1932, ultimogenito di Joseph Kennedy e Rose Fitzgerald, cresciuto fra New York, la Florida e l’Inghilterra, Edward Moore Kennedy si laureò ad Harvard nel 1956, dopo essere stato espulso e poi riammesso per aver falsificato un esame di spagnolo. In seguito si specializzò in legge alla University of Virginia, curando nel frattempo la campagna elettorale del fratello John, eletto presidente nel 1960. Divenuto senatore del Massachussetts nel 1962 prendendo il posto del fratello grazie a una elezione suppletiva, Ted Kennedy non lascerà più l’impegno politico, venendo eletto per otto mandati consecutivi dal 1964 al 2006. Durante gli oltre quaranta anni nelle prime fila della politica di Washington, Kennedy ha avuto un ruolo fondamentale nella definizione delle strategie della sinistra americana, contribuendo attivamente alla realizzazione di leggi di impatto decisivo sulla vita dei cittadini. La sua storia riassume in modo emblematico quella della famiglia Kennedy, il più grande clan della politica americana, segnata da grandi trionfi così come da scandali e tragedie. Dopo l’omicidio di Jfk, il 22 novembre del 1963, e dopo averne dovuto comunicare la morte al padre, Ted si salvò nel 1964 da un incidente aereo nel quale morirono il pilota e un suo assistente. Il senatore rimase per diversi mesi in ospedale con alcune costole rotte, un polmone perforato, emorragie interne e forti dolori alla schiena che non lo abbandonarono più. Fu sempre Ted nel 1968 a pronunciare l'elogio funebre di un altro fratello ucciso, Robert, al quale era profondamente legato. Dalla scomparsa del padre, nel 1969, il più giovane dei fratelli Kennedy divenne di fatto il patriarca della famiglia, oltre che il tutore dei 13 figli dei fratelli John e Robert. Lo scandalo che però ne ha segnato indelebilmente, e forse stroncato, l’ascesa politica risale alla notte del 18 luglio 1969. Di ritorno da una festa a Chappaquiddick Island, a Martha’s Vineyard, ebbe un incidente e finì in mare con l’auto. Ted Kennedy riuscì a salvarsi, lasciando però nella vettura la ragazza che era con lui, Mary Jo Kopechne. Il senatore non chiamò la polizia fino al giorno dopo, quando il corpo della donna fu ritrovato. Il 25 luglio si dichiarò colpevole di omissione di soccorso, negando però di essere ubriaco al momento dell’incidente, e fu condannato a due mesi di prigione, condanna poi sospesa. L’anno seguente Kennedy vinse nuovamente le elezioni per il Senato con il 62% dei voti. Nella sua unica corsa per la presidenza, nel 1980, venne sbaragliato durante le primarie dall’allora inquilino della Casa Bianca, Jimmy Carter. In seguito, alla convention democratica di Boston nel 2004, venne celebrato definitivamente come il patriarca del partito. Nel 2005 divenne inoltre il più anziano senatore in carica dopo Robert Byrd. Nel 2006 la rivista Time lo selezionò tra i migliori dieci senatori d’America. Il più giovane dei Kennedy è divenuto negli anni uno degli ultimi baluardi della sinistra del partito democratico, sebbene al Senato fosse tra i principali promotori delle coalizioni.

 

26 agosto 2009

 

 

REPUBBLICA

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2009-08-26

Il senatore del Massachusetts, 77 anni, era da tempo malato di tumore

Dopo l'assassinio dei fratelli aveva preso in mano le redini della famiglia

Addio a Edward Kennedy

patriarca della politica Usa

Addio a Edward Kennedy patriarca della politica Usa

Kennedy con Obama

WASHINGTON - E' morto all'età di 77 anni Edward Kennedy, fratello di John Fitzgeral e Bob. Il senatore del Massachusetts era da tempo malato. Nel maggio del 2008 gli era stato diagnosticato un tumore al cervello, a giugno era stato operato. Era poi tornato alla vita politica partecipando in agosto alla convention democratica.

Da giorni si rincorrevano voci circa un drastico peggioramento delle sue condizioni, alimentate anche dalla sua assenza al funerale della sorella Eunice Shriver Kennedy, celebrato due settimane fa. Kennedy aveva inoltre scritto una disperata lettera ai vertici del Massachusetts chiedendo di essere sostituito nel suo ruolo di senatore il prima possibile, senza aspettare l'elezione suppletiva necessaria per legge. Il senatore, infaticabile sostenitore di Barack Obama, temeva infatti che la sua assenza nuocesse al partito al momento di votare la tanto discussa riforma sanitaria.

Ad annunciare la sua morte è stata la famiglia con un comunicato diffuso nella tarda serata di ieri, ora americana. "Edward M. Kennedy, il marito, il padre, il nonno e lo zio che abbiamo amato così profondamente, è morto ieri sera nella casa di Hyannis Port - si legge nel comunicato - Abbiamo perso il centro insostituibile della nostra famiglia e la luce gioiosa delle nostre vite, ma l'ispirazione della sua fede, l'ottimismo e la perseveranza vivranno per sempre nei nostri cuori". La famiglia "ringrazia tutti quelli che lo hanno curato e sostenuto in quest'ultimo anno e tutti quelli che sono stati al suo fianco per così tanti anni nella sua instancabile marcia verso la giustizia, l'equità e le opportunità per tutti". "Ha amato il suo Paese - conclude il comunicato - e ha dedicato la sua vita a servirlo. Ha sempre creduto che i nostri giorni migliori sono quelli davanti a noi, ma è difficile immaginarne senza di lui".

Dopo l'assassinio dei fratelli, Ted aveva preso in mano il timone della famiglia simbolo della politica americana. Liberale, abilissimo nella gestione delle dinamiche congressuali, era uno dei più influenti e longevi politici della storia Usa.

Il "Leone del Senato", come anche gli avversari lo chiamavano con rispetto, ha rappresentato in Congresso lo stato del Massachusetts ininterrottamente dal 1962 firmando una mole di leggi che hanno ridisegnato l'America contemporanea. Dopo l'uscita di scena violenta dei fratelli, ha tentato una sola volta il balzo verso la Casa Bianca. La sua sfida nel 1980 al presidente in carica Jimmy Carter, per la nomination dei democratici, fu però un insuccesso. A frenarlo i guai che lui stesso per anni si era inflitto.

Un incidente nel 1969 rimase una macchia indelebile: la sua auto finì in mare a Chappaquiddick, un'isoletta a fianco dell'esclusiva isola Marthàs Vineyard e l'assistente di Kennedy, Mary Jo Kopechne, morì affogata. Il senatore era alla guida, ma lasciò la scena dell'incidente e non avvertì le autorità fino al giorno dopo. Disse sempre di aver cercato di salvare la ragazza ma un tribunale lo condannò a due mesi di carcere, con sentenza sospesa, per omissione di soccorso.

Edward M. Kennedy, conosciuto fin da bambino come 'Ted', era nato il 22 febbraio 1932 a Boston, la città in cui la dinastia irlandese e cattolica dei Kennedy si era insediata alla metà del XIX secolo. Era l'ultimo dei nove figli di Joe Kennedy e Rose Fitzgerald. Andò ad Harvard da cui fu espulso per aver copiato un compito. Dopo un periodo nell'esercito ritornò nelle stesse aule e si laureò.

La morte dei fratelli lo rese il custode dei loro 13 figli, che andarono ad aggiungersi ai tre avuti dalla moglie Joan, dei quali uno, Patrick, ha intrapreso la carriera di deputato. Il matrimonio finì in divorzio nel 1982 e Kennedy si risposò con Victoria 'Vicky' Reggie, adottando i suoi due figli.

Erede e portabandiera delle politiche progressiste radicate nel partito democratico fin dall'epoca del New Deal di Roosevelt, Ted Kennedy è stato in prima linea per decenni sul fronte della lotta per i diritti civili e delle politiche di sostegno alle classi deboli. Nei primi anni '70 guidò i democratici nel duro confronto con la Casa Bianca di Richard Nixon per ottenere la fine dell'avventura militare in Vietnam. Gli anni Ottanta, quelli della presidenza Reagan, furono i più duri per Kennedy, che per due volte (1984 e 1988) rinunciò a candidarsi per la Casa Bianca. Alla fallita corsa presidenziale del 1980 seguirono vari fallimenti personali, compreso quello del matrimonio con Joan.

Nel 1991, al minimo della popolarità, Ted Kennedy presentò scuse pubbliche al paese "per i miei difetti". Fu un momento di sostanziale rinascita politica e personale, seguito dalle seconde nozze e dall'emergere di Ted come guida e decano dei democratici.

La sua voce crebbe in autorevolezza: negli ultimi 15 anni era diventato il punto di riferimento di tutte le più importanti iniziative di legge. Molte anche bipartisan. John McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca, è stato più volte al suo fianco nel promuovere iniziative legislative e Ted Kennedy è stato anche l'alleato decisivo nella riforma scolastica del presidente George W.Bush.

Era comunque l'anima più progressista dei democratici sui temi dell'immigrazione, del controllo delle armi, dei matrimoni omosessuali, e del salario minimo ai meno abbienti. Sull'aborto, invece, ha manifestato una sostanziale opposizione alla sua legalizzazione pur dicendosi comprensivo delle ragioni di chi abortisce.

Quando a Barack Obama, impegnato nelle primarie, arrivò l'endorsement di Kennedy, tutti capirono la svolta simbolica imposta alla corsa tra il senatore nero e Hillary Clinton per la nomination democratica. Su Obama si era stesa l'ala protettiva della leggendaria famiglia americana.

(26 agosto 2009)

 

 

 

 

L'UNITA'

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2009-08-26

Usa, morto Ted Kennedy

Il senatore Edward Ted Kennedy è morto oggi. Era il fratello di John e Bob Kennedy aveva 77 anni ed era malato da tempo di un tumore al cervello. La notizia della morte è stata riferita dalla Cnn.

Edward Moore "Ted" Kennedy, fratello minore del presidente John e di Robert, entrambi assassinati, era nato a Boston il 22 febbraio 1932. Patriarca di unodei clan politici più importanti degli Stati Uniti e una delle voci liberal più seguite, fu eletto nel 1962 per terminare il mandato al Senato del fratello John, eletto presidente nel 1960.

È stato poi riconfermato altre sette volte. È stato il secondo membro del Senato americano per anzianità. Il suo ultimo gesto politico di rilievo è avvenuto il 27 gennaio 2008 quando, in vista delle elezioni presidenziali, annunciò il suo appoggio a Barack Obama. Risiedeva a Washington e a Boston, era sposato in prime nozze con Joan Bennet dalla quale ha avuto tre figli: Kara, Edward Jr. e Patrick. Aveva poi divorziato nel 1982 e si era risposato con Victoria Reggie, un’avvocato di Washington, con la quale ha avuto Currane Caroline. Ted era nonno di 4 nipoti e tutore di 13 figli di John e Robert in seguito al loro assassinio del 1963 e 1968.

Lo scorso maggio, dopo che era stato colto da malore, era stato operato al cervello per la rimozione di un tumore. In quell’occasione Barack Obama disse pubblicamente: "I miei pensieri e le mie preghiere vanno a Ted Kennedy. È una delle mie persone preferite".

26 agosto 2009

 

 

 

"Con Obama l’America è cambiata per sempre"

di Furio Colombo

Ripubblichiamo la conversazione di Furio Colombo con Ted Kennedy del 20 novembre scorso

Il telefono squilla alle sette di sera. Riconosco subito la voce di Katie Kruse: "Posso passarle il Senatore?". Era una consuetudine la conversazione tonante del senatore Ted Kennedy, da Washington, più o meno una volta al mese, la sua irruenza appassionata contro la visione politica di George W. Bush, la teologia neo-con della potenza solitaria che guida senza voltarsi indietro, dà ordini ma non chiede consigli, divide il mondo in volonterosi che si accodano per compiacere e senza fare domande, e tutti gli altri, confondendo il pericolo dei nemici con la lealtà dei dissenzienti.

Ma questa è la prima telefonata dopo il dramma del malore improvviso e dell’intervento chirurgico d’urgenza e del suo ostinato tornare al lavoro. Un giorno di settembre è andato a votare in Senato con la testa fasciata e contro il parere dei medici. È anche la prima volta che la conversazione con l’ultimo dei Kennedy riprende dopo l’evento più straordinario della vita americana, ma anche del mondo: Barack Obama, di origine africana, di padre keniota, diventato presidente degli Stati Uniti in una sola generazione.

Ted Kennedy è considerato da tutti, amici e nemici negli Usa, l’uomo politico che ha contato di più in questa elezione che ha colto di sorpresa (nonostante l’attesa) l’America e il mondo. Quando le primarie lunghe e difficili con un avversario di talento come Hillary Clinton sembravano non finire mai e aprire spazio al candidato repubblicano, l’anziano senatore (78 anni) e la figlia del presidente Kennedy, Caroline, hanno portato tutto il peso di un immenso prestigio.

"È Obama il nostro candidato ", ha detto Ted Kennedy. "Mi ricorda mio padre", ha detto insieme a lui Caroline. Adesso, dopo questa incredibile vittoria, le sue parole sono queste: "Ogni volta un risultato elettorale porta cose nuove e diverse, questa è la grandezza della democrazia, persino quando non ti piace e non sei d’accordo. Ma adesso l’America è cambiata per sempre. Il Paese, tutto il Paese, anche coloro che non hanno votato Obama, si è spostato in avanti, in un altro spazio della storia. La lunga marcia di Martin Luther King è arrivata al sommo della collina. Molte cose possono accadere. Ma non si disfa più un evento come questo. Adesso l’America è davvero se stessa. E lo è per sempre".

Ci sono dei colpi di tosse. Incrinano un poco la voce di Kennedy che non è mai invecchiata. È rimasta quella, irruente e appassionata di tanti giorni di campagne elettorali vissute insieme. È la voce di un leader che non ha mai smesso di guidare e non ha mai smesso di cercare, e che ha dominato il Senato americano anche nel lungo periodo senza potere. "Voglio dire una cosa. Sono felice di essere qui, in questa America, in questo momento".

Dice e ripete: "Ogni elezione è una buona elezione. Ma questa ci ha cambiato per sempre". Che significa: "Nel segreto elettorale, gli americani hanno deciso di fare il salto definitivo di là dall’oscuro e insepolto spettro del razzismo". Lo riassume così: "Gli americani hanno votato per se stessi. Non per ciò che siamo già adesso. Ma per quel che saremo, da questo momento in avanti".

Ted Kennedy è un politico e uno stratega di lungo corso. E così come, durante la campagna elettorale, ti spiegava il vantaggio e il rischio di ogni decisione e di ogni parola, adesso osserva con occhio attentissimo la scena entusiasmante del presidente Barack Obama che, con una decisione al giorno, forma il governo, e lo fa con la partecipazione e con l’ansia del più grande, del più competente, del più vicino spettatore americano. Vicino - Kennedy spiega - non significa né presenza né influenza. Significa attesa.

L’attesa la racconta così: "Il nuovo presidente ha tracciato un percorso nitido per il suo lavoro. Lo ha presentato agli americani che gli hanno detto sì. Adesso quel percorso diventano persone, ciascuno con la sua immagine, la sua cultura, le sue aspettative, il suo passato. Il momento della scelta, per un governo che non sia fatto di manichini, di vice, di sottoposti, è di identificare donne e uomini che portano una vita piena e accettano non tanto il titolo quanto il ruolo, la parte del grande impegno che viene loro assegnato. Persone che non saranno niente di meno di ciò che portano come contributo e niente di diverso dal disegno comune a cui adesso partecipano. Ogni nuovo governo è soggetto a qualche sbandata. Noi (dice "noi" al modo in cui si usa spesso il plurale nelle vita politica americana, non per dire "noi, il governo", ndr) non ce lo dobbiamo permettere".

Ma c’è una seconda affermazione che gli preme fare, in questa conversazione amichevole e inaspettata, e forse gli importa anche di più perché sta parlando con uno dei tanti amici dell’America che, in tanti Paesi del mondo, hanno aspettato con vera speranza e vera tensione questo momento. Dice: "Una cosa mi auguro: che non si crei, nella ragionevole felicità di questo momento, una "over expectation", una attesa di prodigi e miracoli. Inizia un’epoca di politica completamente nuova e inizia su un piano più alto. Ma uno come me, dopo quattro decenni in questo Senato, può dire che la politica è sempre difficile e non è mai miracolosa. La vera promessa con cui ci confrontiamo è di rendere più morale, non più magica e miracolistica, la nostra vita comune. Ciò che ci lega adesso, noi come popolo e noi con il mondo, è il rispetto di una moralità ritrovata. Il vero miracolo è questo, ed è già cominciato col voto. Il resto è lavoro, rischio e fatica, in uno dei momenti più pericolosi di tutte le nostre vite".

Della sua salute, l’ultimo dei Kennedy dice soltanto: "Noi intanto lavoriamo e siamo in Senato. Andiamo a Cape Cod (la casa di famiglia, ndr) solo per il Thanksgiving (il giorno del Ringraziamento) e a Natale. E poi vediamo". Qui il "noi" si sdoppia. Nella prima parte della frase significa la politica. Nella seconda vuol dire la moglie Vicky (Victoria), non meno combattiva di Ted. Vuol dire figli e nipoti, figli di John e figli di Robert e delle sorelle Jean ed Eunice, e dei figli dei figli. Il clan dei Kennedy, che ha portato l’America fin qui, non finisce.

26 agosto 2009

 

 

 

 

 

Il "Leone del Senato" e la Casa Bianca

Se i Kennedy sono quanto di più simile l'America abbia mai avuto a una dinastia regnante, dopo il 're' John e il 'delfino' Bob, entrambi assassinati, la storia ricorderà Ted come il principe designato che non riuscì mai a convincere il paese a incoronarlo. Ma il senatore scomparso lascia anche una solida eredità politica, costruita in mezzo secolo di battaglie che ne hanno fatto una delle personalità più importanti degli Stati Uniti a cavallo di due secoli. Un testimone che ora può venir raccolto in primo luogo da Barack Obama, l'ultimo di una serie di leader del partito democratico ai quali Ted Kennedy ha offerto carisma e peso politico, per cercare di aiutarli a centrare il traguardo risultato per lui proibitivo: la Casa Bianca. Il 'Leone del Senato', come anche gli avversari lo chiamavano con rispetto, ha rappresentato in Congresso lo stato del Massachusetts ininterrottamente dal 1962, lasciando la propria firma su una mole di leggi che hanno ridisegnato l'America contemporanea. Diventato anzitempo il patriarca del clan potente, glamour e tragico di Camelot, dopo l'uscita di scena violenta dei fratelli, Ted ha meditato spesso e poi tentato una sola volta il balzo verso la presidenza. La sua sfida nel 1980 al presidente in carica Jimmy Carter, per la nomination dei democratici, fu però un insuccesso. Ma a differenza di John e Bob, non furono forze esterne a frenare Ted, ma quasi sempre guai che lui stesso per anni si era inflitto. Un incidente nel 1969, per esempio, gli rovinò buona parte della carriera e rimase una macchia indelebile negli anni successivi: la sua auto finì in mare a Chappaquiddick, un'isoletta a fianco dell'esclusiva isola Marthàs Vineyard, e l'assistente di Kennedy, Mary Jo Kopechne, morì affogata. Il senatore era alla guida, ma lasciò la scena dell'incidente e non avvertì le autorità fino al giorno dopo. Edward M. Kennedy, conosciuto fin da bambino come 'Ted', era nato il 22 febbraio 1932 a Boston, la città che ha segnato la sua carriera e le sorti del clan familiare. La dinastia irlandese e cattolica dei Kennedy si era insediata negli Usa proprio a Boston alla metà del XIX secolo. Il senatore scomparso era l'ultimo dei nove figli di Joe Kennedy e Rose Fitzgerald. Come tradizione in famiglia, gli fu offerta la possibilità di una solida educazione, attraverso scuole prestigiose e l'università di Harvard, da cui fu però espulso per aver copiato un compito (rientrò in seguito e si laureo dopo un periodo nell'esercito). Nel 1962 prese il seggio senatoriale lasciato libero dal fratello presidente, e da allora lo aveva sempre mantenuto senza grandi problemi: solo l'ex candidato presidente Mitt Romney lo mise in seria difficoltà nel 1994. La morte dei fratelli lo rese il custode dei loro 13 figli, che andarono ad aggiungersi ai tre avuti dalla moglie Joan. Il matrimonio con quest'ultima finì in divorzio nel 1982 e Kennedy si risposò con Victoria 'Vicky' Reggie, adottando i suoi due figli. Erede e portabandiera delle politiche progressiste radicate nel partito democratico fin dall'epoca del New Deal di Franklin D.Roosevelt, Ted Kennedy è stato in prima linea per decenni sul fronte della lotta per i diritti civili e delle politiche di sostegno alle classi deboli. Nei primi anni '70 guidò i democratici nel duro confronto con la Casa Bianca di Richard Nixon, per ottenere la fine dell'avventura militare in Vietnam, sulla scia delle battaglie in questo senso del fratello Bob. Gli anni Ottanta, quelli della presidenza Reagan, furono i più duri per Kennedy, che per due volte (1984 e 1988) rinunciò a candidarsi per la Casa Bianca. Alla fallita corsa presidenziale del 1980 seguirono vari fallimenti personali, compreso quello del matrimonio con Joan. Nel 1991, al minimo della popolarità, Ted Kennedy presentò scuse pubbliche al paese "per i miei difetti". Fu un momento di sostanziale rinascita politica e personale, seguito dalle seconde nozze e dall'emergere di Ted come guida e decano dei democratici. La sua voce crebbe in autorevolezza e in Congresso, negli ultimi 15 anni, era diventato il punto di riferimento di tutte le più importanti iniziative di legge. Il pragmatismo sviluppato soprattutto nella seconda parte della carriera e la capacità di dialogare anche con gli avversari politici, hanno permesso a Kennedy fino all'ultimo di rendersi protagonista anche di leggi bipartisan. John McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca, è stato più volte al suo fianco nel promuovere iniziative legislative e Ted Kennedy è stato anche l'alleato decisivo nella riforma scolastica del presidente George W.Bush. L'ultima legge di rilievo su cui è stato decisivo è quella contro la discriminazione genetica sul posto di lavoro.

26 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-08-26

Morto il senatore Ted Kennedy

anima liberal d'America

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26 agosto 2009

AFP PHOTO / Files / Mandel NGAN

COMMENTO / Si chiude un'epoca di storia americana (di Mario Platero)

"Dai nostri archivi"

Obama, al pranzo inaugurale due senatori si sentono male

Elezioni Usa: emozione e tripudio alla convention democratica

Ted Kennedy ricoverato d'urgenza per un malore

Dopo il South Carolina, Obama conquista i Kennedy

Elezioni Usa, anche il Senato ai democratici. Bush ammette la sconfitta. Cambio della guardia alla Difesa

Il senatore democratico, 77 anni, fratello del presidente JFK e di Bob Kennedy, era da tempo malato di cancro. Dovette rinunciare al sogno della Casa Bianca dopo un controverso incidente stradale in cui morì la sua assistente, Mary Jo Kopechne

 

Il senatore democratico americano Ted Kennedy, fratello minore del presidente JFK e di Robert Kennedy, si è spento nella notte nella sua casa di Hyannis Port, in Massachusetts. Lo ha riferito la tv Cnn. Edward Kennedy, 77 anni, ha lottato contro un cancro al cervello, senza perdere lucidità fino all'ultimo: nei giorni scorsi aveva infatti chiesto di essere sostituito al Senato, consapevole che la propria scomparsa avrebbe privato di un voto il passaggio parlamentare della riforma sanitaria.

Una dinastia politica

Dopo l'uccisione del fratello John a Dallas nel 1963 e di Bob nel 1968 a Los Angeles mentre era in corsa per la nomination democratica, aspirò a sua volta alla corsa per la Casa Bianca ma dovette rinunciare dopo che nel 1969 morì in un incidente stradale la sua assistente, Mary Jo Kopechne. L'auto di Kennedy finì in mare a Chappaquiddick, un'isoletta a fianco dell'esclusiva isola Marthàs Vineyard, e la donna morì affogata. Il senatore era alla guida, ma lasciò la scena dell'incidente e non avvertì le autorità fino al giorno dopo. Una scelta che gli costò cara politicamente e nel rapporto con l'opinione pubblica del paese. Ted Kennedy si candidò alle primarie democratiche solo nel 1980 contro il presidente Jimmy Carter, ma non ebbe successo.

Gli esordi

Edward M. Kennedy, era nato il 22 febbraio 1932 a Boston, la città che ha segnato la sua carriera e le sorti del clan familiare, la dinastia irlandese e cattolica dei Kennedy insediatasi negli Usa proprio nela capitale del Massachusetts alla metà del XIX secolo. Il senatore scomparso era l'ultimo dei nove figli di Joe Kennedy e Rose Fitzgerald. Ricevette una solida educazione, attraverso scuole prestigiose e l'università di Harvard, da cui fu però espulso per aver copiato un compito (rientrò in seguito e si laureò dopo un periodo nell'esercito).

Nel 1962 prese il seggio senatoriale lasciato libero dal fratello presidente, e da allora lo aveva sempre mantenuto senza grandi problemi: solo l'ex candidato presidente Mitt Romney lo mise in seria difficoltà nel 1994. La morte dei fratelli lo rese il custode dei loro 13 figli, che andarono ad aggiungersi ai tre avuti dalla moglie Joan. Il matrimonio con quest'ultima finì in divorzio nel 1982 e Kennedy si risposò con Victoria Reggie, adottando i suoi due figli.

La rinascita

Nel 1991, al minimo della popolarità, Ted Kennedy presentò scuse pubbliche al paese "per i miei difetti". Fu un momento di sostanziale rinascita politica e personale, seguito dalle seconde nozze e dall'emergere di Ted come guida e decano dei democratici. La sua voce crebbe in autorevolezza e in Congresso, negli ultimi 15 anni, era diventato il punto di riferimento di tutte le più importanti iniziative di legge, spesso di sapore bipartisan, a volte accanto al repubblicano John McCain e addirittura - nel caso della riforma del sistema scolastico - persino al presidente George W. Bush.

L'eredità

Il senatore scomparso lascia in compenso una solida eredità politica, costruita in mezzo secolo di battaglie che ne hanno fatto una delle personalità più importanti degli Stati Uniti a cavallo di due secoli. Un testimone che ora può venir raccolto in primo luogo da Barack Obama, l'ultimo di una serie di leader del partito democratico ai quali Ted Kennedy ha offerto carisma e peso politico, per cercare di aiutarli a centrare il traguardo risultato per lui proibitivo: la Casa Bianca. (M. Do.)

26 agosto 2009

 

 

 

 

Si chiude un'epoca di storia americana

dal nostro corrispondente Mario Platero

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26 agosto 2009

"Dai nostri archivi"

Il guru del biologico Usa critica Obama e perde i clienti liberal

Obama, al pranzo inaugurale due senatori si sentono male

Verso la Casa Bianca / I sondaggi incoronano Obama

I democratici tentati dal protezionismo

Elezioni Usa: emozione e tripudio alla convention democratica

Primo sostenitore e alleato del presidente Obama, fu il vero ispiratore della difficile riforma sanitaria che sta dividendo in questi giorni gli Stati Uniti

 

NEW YORK - Ted Kennedy è spirato questa notte a 77 anni a Hyannis Port, la vecchia casa di famiglia che si affaccia sull'Oceano Atlantico, portando un nuovo senso di vuoto all'America: con lui si chiude l'epopea di tre fratelli che hanno scritto lunghe, tragiche ed emozionanti pagine di storia per questo Paese. Si chiude anche un'epoca per il partito democratico, di cui Kennedy era diventato un'icona, il simbolo stesso della resistenza "liberal", dell'ala sinistra del partito, alle trasformazioni sociali e di cultura politica giunte con il reaganismo prima e con il clintonismo dopo. In lui Barack Obama aveva trovato uno dei suoi primissimi importanti sostenitori. E con lui, appena eletto, questo nuovo giovane presidente afroamericano, che ha rappresentanto uno storico punto di arrivo per le battaglie per i diritti civili avviate proprio da John e poi da Bobby Kennedy, ha subito stretto un'alleanza politica. È stato Ted Kennedy il motore della riforma sanitaria, uno dei cavalli di battaglia centrali dei suoi 46 anni di vita politica al Senato. Attivo e controverso fino all'ultimo, quando scrisse pochi giorni fa una lettera per auspicare che alla sua morte, ormai data per imminente, potesse succedergli un democratico al Senato, per poter votare a favore della proposta di legge di Obama oggetto proprio in questi giorni di mille attacchi in uno dibattiti politici più accesi della Nazione.

Oggetto di polemiche, in gioventù rinunciò alla corsa per la presidenza dopo l'oscuro episidio in cui, in un incidente d'auto, la sua segretaria perse la vita. Obama che si trova in vacanza a Martha's Vinyeard, l'isola del Massachusets che guarda il "Cape", il Capo dove sorge Hyannis Port è stato avvertito nella notte della morte del Senatore e un portavoce ha confermato che oggi il Presidente si recherà a rendere omaggio alla salma e alla famiglia.

Kennedy era malato da tempo di una rara e micidiale forma di tumore al cervello. Aveva resistito e combattuto la malattia con lo spirito indomito di sempre, ma nella tarda notte di ieri ha chiuso con una sconfitta questa sua ultima battaglia: "Edward M. Kennedy, il marito, il padre, il nonno, il fratello, lo zio che abbiamo amato così profondamente è morto nella tarda notte di martedì a casa a Hyannis Port – recita un commosso comunicato della famiglia – abbiamo perso il centro insostituibile della nostra famiglia e una luce gioiosa nelle nostre vite, ma l'ispirazione della sua fede, l'ottimismo, la perseveranza vivranno per sempre nei nostri cuori...".

Vivranno anche nei cuori degli americani che vogliono la difficile riforma sanitaria e che certamente si mobiliteranno in suo nome e per la sua memoria proprio nel momento in cui i repubblicani stanno per far partire una durissima campagna contro la riforma sanitaria proposta da Obama. Una riforma che ha comunque vita difficile e che rischierà di essere annacquata. Ma oggi non è il giorno per le ricriminazioni politiche. È il giorno piuttosto in cui il Paese intero, fatto di democratici e repubblicani si unirà per un momento attorno al ricordo di quest'uomo, simbolo stesso della vitalità e della forza della democrazia americana.

26 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

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